Che il fumo nuoccia gravemente alla salute è ormai cosa risaputa. Le organizzazioni sanitarie lo hanno inserito tra i fattori che amplificano il rischio di tumore e, inoltre, è dannoso per l’apparato cardio-vascolare. Pochi sanno, però, che fumare fa male anche alla pelle, comportando diverse problematiche, anche piuttosto serie. Contribuisce alla formazione di macchie in qualsiasi parte del corpo ed è responsabile dell’invecchiamento precoce del tessuto cellulare che compone il derma. Vediamo nel dettaglio tutti gli effetti del fumo sulla pelle. Fumare fa male non è una semplice frase fatta piuttosto la conseguenza di una serie di studi approfonditi che hanno riguardato il benessere del corpo a 360 gradi, compresa la salute della pelle. C'è una progressiva perdita di bellezza della pelle che peraltro risulterà più secca e caratterizzata da importanti danni estetici. Tutto parte dalla semplice considerazione che la pelle, così come pure i capelli, è costantemente esposta all'azione nociva di agenti ambientali tra cui l'inquinamento atmosferico e il fumo di tabacco. Il problema risiede nella composizione del tabacco che presenta una serie di sostanze potenzialmente molto dannose per la cute e in particolar modo la nicotina. Quest'ultima è anche responsabile di ulteriori rischi legati a patologie molto pericolose come i tumori polmonari ma anche le malattie cardiache. Purtroppo le conseguenze sono molteplici e, spesso e volentieri, si manifestano in maniera non immediata ma irreversibile. In particolare, c'è un invecchiamento precoce della pelle e inoltre le ferite avranno una guarigione molto più lenta. Ci sarà un conseguente aumento delle infezioni e la comparsa di malattie piuttosto temute come la psoriasi ma anche il lupus eritematoso cutaneo. Tra gli altri effetti che potrebbero manifestarsi sottoponendo la propria pelle ad un costante e diretto con il fumo con il fumo, anche semplicemente frequentando in ambienti chiusi fumatori incalliti, è la possibile comparsa dell’idrosadenite suppurativa. Va rimarcato che non c'è un'immediata comparsa della patologia ma i pazienti che vengono esposti al fumo hanno una maggiore tendenza nell'essere colpiti da queste malattie infiammatorie che, peraltro, diventano più difficili da trattare nel caso dei fumatori. Per dare bene l'idea di quanto il fumo sia nocivo anche per la pelle, è sufficiente pensare che sulle circa 7.000 sostanze chimiche che vengono usate per realizzare una classica sigaretta ben 250 sono nocive tra cui spiccano l'ammoniaca, il monossido di carbonio e l'acido cianidrico. Studi approfonditi hanno dimostrato che 69 di queste 250 sostanze sono anche in grado di provocare il cancro. Il fumo causa l'invecchiamento cutaneo precoce con diversi inestetismi che intaccano l'aspetto della pelle. Il motivo è legato principalmente alla presenza delle sostanze nocive che innescano un meccanismo di induzione di enzimi, chiamati metalloproteasi, in grado di distruggere letteralmente la struttura interna della pelle. Purtroppo questo fenomeno ha come principale conseguenza la distruzione del collagene e dell'elastina, ossia le due principali sostanze che permettono alla pelle di essere elastica e soda. Gradualmente e in maniera inesorabile, le fibre iniziano a perdere tono ed elasticità. Poi ci sono altre problematiche connesse dovute essenzialmente ad uno stress ossidativo causato dalla presenza di radicali liberi che sono i principali responsabili dell'invecchiamento precoce del tessuto cellulare. Le cause dell'invecchiamento sono anche collegate ad un fenomeno di vasocostrizione e di ridotta capacità di ossigenazione del sangue. In pratica, la pelle inizia a diventare più secca e si abbassa anche il contenuto di liquidi e di vitamine. Questo processo di invecchiamento viene subito notato dal punto di vista estetico perché la pelle nei fumatori tende a proporre un colore giallognolo abbastanza spento. Inoltre, il colore non è uniforme perché ci saranno parti in cui la pelle ha la tonalità originale mentre in altre c'è una sfumatura che tende, per l'appunto, al giallo. Tra gli altri effetti causati, c'è l'ingrossamento dei vasi sanguigni che se in ottica funzionalità fisiologica sono assolutamente innocui, certamente comportano un disagio estetico rilevante. Da segnalare anche una lassità della pelle che tende ad afflosciarsi e la comparsa delle prime rughe. Le rughe purtroppo non si presentano in zone nascoste ma direttamente sul viso con particolare riferimento al contorno delle labbra. Compaiono delle vere e proprie linee che non a caso vengono chiamate smokers lines. Le rughe compaiono anche nella zona degli occhi. Secondo un interessante studio, questo fenomeno porta ad avere, a un fumatore incallito, una pelle caratterizzata dalla comparsa di segni di invecchiamento già a 40 anni di età comparabili a quelle di un non fumatore all'età di 70 anni. Queste sono le conseguenze dirette dovute alle sostanze nocive presenti nelle sigarette ma ce ne sono anche altre indirette. Ad esempio, il fatto di effettuare quel gesto ripetitivo che permette di fumare causa uno stress dei vari muscoli facciali per l'aspirazione del fumo e insieme al calore che viene generato dalla combustione. Questo meccanismo ormai automatizzato dal fumatore, ha dei riscontri negativi sulla pelle favorendo la formazione precoce delle cosiddette rughe di espressione, relativo danneggiamento delle unghie che tendono a diventare gialle e dei capelli. Da ricordare che nei fumatori c'è una maggiore predisposizione verso la calvizie. La migliore medicina per prevenire tutti i danni causati dal fumo sulla pelle è semplicemente smettere di fumare. È un qualcosa di positivo che riguarda anche tanti altri aspetti negativi del fumo come la prevenzione del cancro e una migliore salute dell'apparato cardiovascolare. Non appena si smette di fumare la pelle acquisisce un tono differente e riprende un colorito che somiglia a quello originale. Tra l'altro, si potrà apprezzare fin da subito una ritrovata morbidezza dovuta alla capacità di nutrire e di idratare e anche all'elasticità. Infatti, non ci sono più quelle sostanze negative che distruggevano l'elastina e il collagene. Non ci saranno più radicale liberi che comportano un invecchiamento precoce del tessuto cellulare della pelle. Tutti questi vantaggi sono anche dovuti al fatto che, in assenza di fumo, la pelle riesce ad ossigenarsi meglio e questo è importante per minimizzare il quantitativo di radicali liberi, migliorare la capacità di cicatrizzare e i processi riparativi. Dunque, meglio smettere di fumare sin da subito attraverso metodi efficaci che è possibile visionare e acquistare sul nostro sito.Quali sono gli effetti del fumo sulla pelle
Le cause dell’invecchiamento cutaneo dovuto dal fumo
Smettere di fumare per migliorare la salute della pelle
Il fumo, oggigiorno, è un'abitudine nociva incredibilmente diffusa in tutto il globo che coinvolge milioni e milioni di persone nel mondo, provocando in loro la dipendenza dalla nicotina che le rende totalmente schiave di un vizio altamente dannoso per la salute dell'organismo umano. Diversi studi scientifici, nel corso degli ultimi anni, hanno preso in esame il tabacco, dimostrando come questa sostanza sia in realtà radioattiva a causa della presenza di un isotopo del semimetallo conosciuto come polonio-210. Senza dubbio, deduci anche tu che, essendo un elemento radioattivo, il polonio-210 può essere davvero molto pericoloso per l'organismo umano. Nel corso degli anni, sono state sperimentate moltissime tecniche finalizzate alla rimozione totale del polonio-210 dal tabacco. Come abbiamo esaminato in questa guida, il fumo, oltre ad essere un vizio nocivo per gli effetti già noti del tabacco sull'organismo umano, è anche radioattivo a causa della presenza del polonio-210.
Secondo alcuni dati, infatti, sono circa 8 milioni le persone che muoiono ogni anno a causa dei danni legati al fumo, 7 milioni dei quali tramite il vizio in sè e un milione per le conseguenze del cosiddetto fumo passivo.
D'altronde, gli studi condotti ancora oggi continuano ad evidenziare come le sostanze contenute nel tabacco, elemento essenziale della tradizionale sigaretta, siano cancerogene e tossiche non solo per l'essere umano, ma anche per gli animali.
Tuttavia, il fumo, oltre ad essere così nocivo e in grado di provocare danni piuttosto gravi al corpo umano, è anche radioattivo: in che senso?
Per scoprirlo, analizziamo insieme più da vicino la composizione del tabacco contenuto nelle sigarette in questa breve ma interessante guida!Il tabacco e il polonio
Si tratta di un elemento altamente radioattivo rintracciabile nei minerali di uranio e comunemente estratto durante i lavori di scavo nelle miniere dell'Est Europa.
Purtroppo, secondo un'inchiesta menzionata sull'Indipendent e sull'American Journal of Public Health, due quotidiani statunitensi molto importanti, le industrie del tabacco hanno ideato e perpetrato una vera e propria campagna di insabbiamento sulla presenza del polonio-210 nel tabacco delle sigarette, essendo a conoscenza da circa 40 anni che questa sostanza è parte integrante della composizione specifica del tabacco.
L'obiettivo di tali campagne è sempre stato quello di nascondere questa sconcertante verità ai fumatori di tutto il mondo per paura di perdere una buona fetta di clientela ormai fidelizzata da anni.
Pertanto, ti stupirà sapere che il polonio-210 è da sempre presente nel tabacco, sostanza che rende la sigaretta uno strumento radioattivo a tutti gli effetti.
Ma in che modo il polonio diviene un elemento essenziale del tabacco?
Sostanzialmente in 2 modi specifici: il primo veicolo è l'aria che normalmente respiriamo e nella quale sono insite minuscole particelle di elementi radioattivi, tra le quali figura anche il polonio.
Esse riescono ad attaccarsi ai peli appiccicosi presenti sulle foglie della pianta di tabacco, i quali riescono a trattenere le particelle radioattive di polonio che normalmente circolano nell'aria facendo sì che la composizione del tabacco integri anche questa sostanza.
Un secondo modo con il quale il tabacco acquisisce il polonio-210 è mediante i fertilizzanti impiegati per la coltivazione delle piante.
Moltissimi prodotti di questo tipo sono a base di apatite, uno speciale minerale che contiene il radio, elemento radioattivo in grado di decadere e di trasformarsi in polonio-210.
In questo modo, il terreno di coltivazione viene contaminato dal polonio e il tabacco cresce con una notevole componente di radioattività.
Che dire degli effetti del polonio-210 sulla salute dell'essere umano?Gli effetti del polonio-210 sulla salute
Le radiazioni alfa che emette sono altamente energetiche e, per questo, sono addirittura in grado di mutare la composizione biochimica del DNA.
Ciò nonostante, tale tipologia di radiazioni non è penetrante: a fronte di questo, a meno che non le si ingerisca, inali o non ci si esponga ad esse, sia l'organismo che la pelle umana non subiscono particolari ripercussioni.
Tuttavia, i fumatori che quotidianamente inalano le radiazioni alfa provenienti dal polonio-210 sono maggiormente esposti agli ingenti danni che tale fenomeno potrebbe arrecare sull'organismo umano; ad esempio, i bronchi e gli alveoli polmonari si riempiono facilmente di particelle dell'isotopo radioattivo, provocando la distruzione del tessuto dei polmoni e dei conseguenti malfunzionamenti sulla normale ventilazione.
Ciò nonostante, non è ancora possibile comprovare che l'inalazione continua del polonio-210 mediante il tabacco sia direttamente responsabile dell'insorgenza del tumore al polmone, in quanto la combustione della sigaretta rilascia un grande quantitativo di altre sostanze ugualmente nocive e cancerogene.
Senza dubbio, però, il fumatore possiede un rischio ben più alto di contrarre un tumore polmonare rispetto ad un soggetto non dipendente da questo vizio, a causa del potere altamente tossico del polonio-210.
Alla luce di quanto detto finora riguardo la radioattività del fumo e del polonio-210 contenuto nel tabacco delle sigarette, la domanda che potresti porti è la seguente: esiste una soluzione a tale problematica?Eliminare il polonio dalle sigarette è possibile?
Tra di esse si annoverano il lavaggio mediante soluzioni acide delle foglie della pianta, l'utilizzo di fertilizzanti con una ridotta presenza di apatite, l'uso di sigarette dotate di un filtro a scambio ionico capace di catturare le particelle radioattive del polonio-210, nonché la modifica genetica delle piante di tabacco volta alla rimozione dei peli in grado di catturare naturalmente le particelle radioattive di polonio.
Purtroppo, però, questi esperimenti hanno portato ad un nulla di fatto, dato che tutte le tecniche provate finora non sono riuscite ad eliminare o a far sì che le foglie di tabacco non catturassero anche le più piccole particelle di polonio-210.
Ad ogni modo, qualora un giorno si riesca in questa impresa, sarebbe solo una vittoria molto piccola poiché si riuscirebbe a rimuovere solo una delle ben 69 sostanze contenute nella sigaretta dall'enorme effetto cancerogeno.
Pertanto, tentare di abbandonare quest'abitudine altamente dannosa resta la strada migliore per preservare la propria salute e rispettare l'importanza sacra della vita.
L'abitudine nociva del fumo, triste a dirsi, è un vizio estremamente radicato in milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante il fumo sia una delle cause più importanti dell'insorgenza di patologie a carico dell'apparato respiratorio e cardio-circolatorio, le ricerche scientifiche fino ad oggi condotte non hanno evidenziato alcun collegamento tra questo vizio e il blocco della crescita negli adolescenti. La dipendenza dalla sostanza principe della sigaretta, la nicotina, durante la preadolescenza è davvero una piaga sociale in grado di estrinsecare effetti negativi molto importanti in un ragazzo o in una ragazza. Insomma, il vizio del fumo, purtroppo, è in grado di abbracciare non solo i grandi e vaccinati, ma anche i ragazzi in preadolescenza, con gli stessi danni che la nicotina e il tabacco sono in grado di provocare.
Basta, infatti, semplicemente provare una sigaretta per la prima volta per far entrare in circolo un meccanismo che innesca quella che sarà una delle dipendenze più difficili da sradicare in assoluto.
Purtroppo, le dirette conseguenze che il fumo esercita sull'organismo umano sono state ampiamente dimostrate mediante un gran numero di studi scientifici condotti nel corso degli anni e continuano a rappresentare uno dei modi per accorciare la vita di un individuo di circa 10 anni.
Tuttavia, il dato più allarmante e preoccupante che negli ultimi tempi è emerso riguarda il fumo nei bambini: secondo alcuni dati, infatti, degli 11,6 milioni di persone italiane che fumano, circa l'11,1% sono ragazzini in età pre-adolescenziale.
Molti sostengono che i bambini che fumano possono poi riscontrare gravi disturbi sullo sviluppo e sulla crescita; le cose stanno davvero così?
Rispondiamo a tale quesito in questa interessante guida!Il fumo blocca lo sviluppo?
I fattori che stabiliscono e fanno variare la crescita e lo sviluppo di un adolescente sono molteplici e nessuno di questi può essere frenato o addirittura fermato totalmente dal fumo; tuttavia, il ragazzo fumatore può sviluppare dei disturbi della crescita che potrebbero in futuro essere correlati alla comparsa di malfunzionamenti o anomalie sistemiche di una certa entità.
Il sangue di un soggetto fumatore è molto meno ossigenato rispetto al normale flusso di un non fumatore: questa riduzione drastica dell'apporto di ossigeno agli organi e ai distretti anatomici periferici provoca dei danni ingenti agli apparati, specialmente al tessuto nervoso, il target che maggiormente risente della diminuzione dell'apporto del gas responsabile dello svolgimento fisiologico delle funzioni cerebrali.
Non solo, anche le prestazioni fisiche durante le attività sportive possono essere notevolmente influenzate dal fumo adolescenziale; è assolutamente normale e comune che un bambino o un ragazzo fumatore nella fase puberale sia attratto dallo sport, ma non per questo non evidenzi un'anomala difficoltà nel sostenere certi ritmi durante l'attività sportiva, come nella corsa o in qualsiasi altro sforzo di tipo aerobico.Essere dipendenti dalla nicotina in preadolescenza
I danni che essa può provocare durante un'età così delicata meritano un'attenzione particolare che non può che sensibilizzare non solo il soggetto, ma anche i genitori e i più stretti familiari, sull'effetto assolutamente nocivo di questo vizio.
Ad esempio, fumare in preadolescenza può portare allo sviluppo a lungo termine di disfunzioni sessuali, ripercussioni cerebrali, danni a carico della pelle, dei capelli e sulla qualità del sonno notturno, il tutto senza contare i gravi cambiamenti ormonali capaci di sfalsare un ritmo biologico perfetto di un preadolescente.
In Italia, il trend confermato vede l'accensione della primissima sigaretta a 10 anni, con una percentuale maggiore di soggetti femminili rispetto a quelli maschili.
Lo stesso studio ha inoltre evidenziato come l'abbassamento del tenore di vita sia direttamente proporzionale alla probabilità che i giovanissimi vengano attirati dal fumo e cadano in questo tunnel apparentemente senza via d'uscita.
Ad esempio, se negli USA oltre la metà dei teenager sostiene di voler abbandonare questa abitudine, nei Paesi in via di sviluppo come gli Stati dell'America Latina o alcune zone dell'Sud-Est Asiatico non si può dire lo stesso.
Non solo, i dati rilevati da studi condotti sui preadolescenti fumatori hanno fatto emergere che le ragazze diventano dipendenti dalla nicotina in tempistiche incredibilmente più ristrette rispetto al lasso di tempo che impiegano i ragazzi della stessa età a farlo: se i soggetti di sesso femminile impiegano circa 3 settimane per prendere tale vizio, i maschietti sono in grado di diventare fumatori incalliti in circa 6 mesi.
Pertanto, un preadolescente che inizia a fumare non vede l'arrestarsi dello sviluppo e della crescita, ma senza dubbio sarà in grado di notare gli effetti negativi di questa abitudine sulla sua salute a lungo termine, nonostante la percezione di invincibilità che la stragrande maggioranza dei giovanissimi sentono di avere.
Per questo, resta fondamentale instillare negli adolescenti l'importanza di smettere di fumare il prima possibile, spiegando loro i rischi ai quali vanno incontro con la massima franchezza e pacatezza possibili, prima che i danni auto-provocati possano assumere dei contorni drammatici.
Se tutti i tentativi fatti per liberarti della dipendenza dal fumo non hanno avuto effetto e ti stai chiedendo se esiste qualche altro metodo per farlo oltre a caramelle, gomme da masticare, cerotti alla nicotina e consulenza terapeutica professionale, puoi prendere in considerazione come alternativa l'ipnosi. L'ipnosi agisce sul subconscio, che il terapeuta tenta di manipolare anche con il supporto di materiale audiovisivo e immagini, per cambiare il modo di considerare la dipendenza da tabacco, generare avversione verso il fumo e suggerirti di modificare il comportamento in merito, oltre a essere praticata come supporto alla psicoterapia tradizionale. Premesso che ci sono particolari situazioni che possono inficiare il successo della terapia, come l’assenza della volontà di smetterla con il tabacco (o la spinta a farlo parte da terze persone), l’assunzione di farmaci come ansiolitici o antidepressivi, oltre al non sentirsi pronti per una vita senza nicotina, le pubblicazioni in materia di ipnosi per smettere di fumare forniscono risultati contrastanti. Tutto ciò che abbiamo detto lo devi considerare come uno stimolo a non gettare la spugna e abbandonare il tuo proposito di farla finita con il tabacco. L'ipnosi per smettere di fumare può rappresentare la soluzione alla quale non avevi ancora pensato, quindi perché non provare?
La decisione di abbandonare il tabacco in tutte le sue forme è senz’altro valida, dal momento che, così come riportato dal Rapporto anno 2020 sulla Prevenzione e Controllo del Tabagismo pubblicato dal Ministero della Salute, in Italia, ci sono ben 93.000 decessi ogni anno attribuibili al fumo e 5 milioni nel mondo (fonte OMS).
Trovare una tecnica alternativa a quelle che hai già provato è un ottimo investimento; il problema, però, sta nel fatto che il tabagismo crea una forte dipendenza sia a livello fisico sia mentale.
Per avere una vita smoke-free puoi provare l’ipnosi, applicata a tal fine per la prima volta nel 1970 dallo psichiatra Herbert Spiegel e che vanta un buon numero di sostenitori, anche se non ci sono ancora studi accreditati sulla sua reale efficacia.Gli approcci per smettere di fumare con l'ipnosi.
Per raggiungere gli obiettivi di cui abbiamo parlato, l'ipnosi viene eseguita, in sedute singole o di gruppo, seguendo in genere due approcci principali:
L'ipnosi è davvero efficace per smettere di fumare?
Nel corso degli anni sono stati condotti molti studi in merito, anche sullo smettere di fumare con l'autoipnosi, come ad esempio quello effettuato nel 2007 dall’American College of Chest Physicians, riportante che la metà dei pazienti sottoposti a ipnosi si sono liberati definitivamente dal tabagismo, contro il 15% di quelli che hanno fruito di terapie di sostituzione della nicotina.
Invece, l'aggiornamento datato 2019 di una ricerca effettuata da un gruppo di ricercatori delle Università di Auckland e di Oxford e pubblicato nella Cochrane Library, conclude che, basandosi su un totale di 1926 partecipanti al test, non vi sono prove attendibili che permettano di determinare se, effettivamente, l’ipnoterapia sia un valido rimedio contro il fumo, considerando le percentuali di ricaduta dopo almeno sei mesi dalla cessazione delle sedute.
Tuttavia, la stessa ricerca evidenzia una percentuale del 30% di astensione dal fumare dei soggetti per un periodo fino a 180 giorni, in linea con la soddisfazione di chi ha provato questa metodologia non invasiva di intervento, come l’attore Matt Damon dopo aver girato il film Ocean Twelve, e che parla di benefici a medio-lungo termine grazie al fatto che vengono variate le convinzioni profonde sul fumo e sui presunti benefici che esso comporta (ad esempio l’aumento della concentrazione, della fiducia in sé stessi e l’aiuto al rilassamento).
Basandosi anche su uno studio del 2013 pubblicato sul National Library of Medicine a cura dei Ricercatori Dickson-Spillmann, Haug e Schaub, si può affermare che sono possibili maggiori benefici rispetto alle terapie tradizionali legate principalmente al confronto costruttivo con un terapeuta; così come essi sono maggiori di quasi il doppio rispetto ai tentativi autonomi di smettere di fumare, senza sottovalutare il fatto che i disturbi legati all’astinenza sono meno incisivi proprio nel caso dei pazienti trattati con l’ipnosi.
La meditazione è una pratica molto antica adottata dalle popolazioni asiatiche e che sta guadagnando terreno negli ultimi anni anche in occidente. Questo perché vengono pubblicate sempre più ricerche che mostrano come sia preziosa per migliorare la salute fisica e mentale. La cosa ancora più sorprendente riguarda gli studi in cui è stato dimostrato che la meditazione può aiutare a smettere di fumare o quantomeno aumentare significativamente le possibilità di riuscirci. Esistono vari modi in cui la meditazione può aiutare le persone a smettere di fumare con successo. Tra i tanti è incluso quello che riguarda lo stress; infatti, quando i fumatori sono ansiosi oppure molto stressati, bastano pochi tiri di sigaretta per farli sentire più rilassati e maggiormente capaci di affrontare una situazione che in apparenza sembra piuttosto complessa. Inoltre si godono quel breve periodo di relax pur sapendo che non durerà a lungo, e che il fumo è pericoloso per la salute. Meno stress in definitiva significa creare i presupposti per evitare di aspirare un’altra sigaretta in un breve lasso di tempo dall’ultima. Quando i fumatori iniziano a praticare la meditazione, imparano a riconoscere le emozioni e i sentimenti più radicati che scatenano il loro bisogno di fumare. Inoltre recenti studi in tal senso hanno dimostrato che attraverso questa pratica, imparano ad accettare ciò che stanno vivendo o sentendo. La consapevolezza può quindi rimodellare il loro comportamento, offrendogli la possibilità di riconoscere le voglie e non necessariamente agire di conseguenza. I ricercatori sempre in merito alla meditazione hanno scoperto che il cervello di chi la pratica, a lungo termine differisce da quello di chi invece si astiene. Quando si inizia a meditare, il cervello subisce una sorta di nuovo cablaggio ossia le parti responsabili dell’esperienza di emozioni negative come stress e depressione si riducono di dimensioni, mentre le aree associate alla calma, alla compassione, all’empatia e all’autocontrollo si sviluppano in modo misurabile. Di conseguenza la mediazione si rivela una valida alternativa per chi intende abbandonare l’abitudine di fumare e in modo del tutto naturale e definitivo. Secondo autorevoli studi redatti da centri americani specializzati nel controllo e nella prevenzione delle malattie, è stato riscontrato che grazie alla meditazione è possibile effettivamente smettere di fumare. La pratica infatti ha dimostrato che rispetto a 50 anni fa ossia quando il 42% della popolazione adulta negli Stati Uniti era fumatrice, oggi questa percentuale è scesa al 15% circa ed anche se è ancora troppo alta, vale comunque valutarla positivamente considerando ciò che sappiamo sui problemi di salute legati al fumo. La meditazione proprio per la sua efficacia nel fornire consapevolezza a chi la pratica, è dunque stata assimilata ed utilizzata in alcune discipline psicoterapeutiche non solo italiane, ma anche di altri presidi europei e d'oltre oceano. Del resto è una forma di concentrazione molto semplice, alla portata di chiunque e se attentamente seguita può fornire risultati soddisfacenti minimizzando a valori minimi lo stress, ed offrendo nel contempo la possibilità di concentrarsi sul presente e combattere con successo diverse dipendenze compresa quella da fumo. Gli specialisti dei laboratori che si occupano di contrastare le dipendenze, sanno benissimo che alcune secolari pratiche della branca della meditazione possono rivelarsi preziose. Studiare i Chakra e incorporare i metodi che rilasciano energie bloccate negli stessi, può infatti avere un profondo effetto proprio sulle varie tipologie di dipendenze compresa quella da fumo. Una volta che i Chakra vengono sbloccati in modo che l’energia fluisca agevolmente attraverso il corpo e non rimanga invece bloccata in qualche area, i risultati sono davvero soddisfacenti. Un recupero profondo dalla dipendenza da fumo, implica dunque il rilascio completo di queste energie bloccate. Il sistema dei Chakra del resto esiste da migliaia di anni e proviene da vari insegnamenti spirituali orientali tra cui l'Induismo e il Buddismo. Il Chakra situato alla base della colonna vertebrale ad esempio è associato alla dipendenza dal denaro, dal cibo, dal gioco d'azzardo, dallo shopping, dal lavoro, da vari tipi di stupefacenti e persino dal fumo. Il Chakra situato nella regione pelvica invece coinvolge principalmente le emozioni e la sessualità ed è associato alla dipendenza da alcol, sesso, carboidrati, amidacei e cioccolato. Il Chakra che si trova nella parte inferiore dello stomaco è quello che talvolta colpisce l'intera area dell’organo in oggetto compresa la zona dello sterno. In questo caso viene associato a varie tipologie di dipendenza come la voglia matta di correre in auto o in moto ad alta velocità, di assumere tanta caffeina, di strafare sul lavoro, e l’incessante bisogno di bere bevande gassate e ingerire prodotti a base di zuccheri. Infine il Chakra cosiddetto del Cuore è quello situato proprio in questo organo ed implica principalmente amore, compassione e apertura o mancanza di essi, ed è anche fortemente associato alla dipendenza da tabacco perché coinvolge i polmoni, da zucchero e di dolci vari nonché vino e alcoli molto zuccherati.Smettere di fumare con la meditazione esistono degli studi?
L'efficacia della meditazione per smettere di fumare
Descritta per la prima volta nel 1908, la malattia di Buerger (il cui nome trae origine dal medico che per la prima volta ne descrisse sintomi e caratteristiche tipiche), è una infiammazione che interessa i vasi sanguigni del corpo umano, nota anche con il termine di "tromboangioite obliterante". Le cause della sua insorgenza sono ancora studiate e poco discusse nella letteratura scientifica, ma ciò che si sa con certezza è che il fumo ha al riguardo un ruolo centrale, sia nello sviluppo della patologia che nella sua progressione. Vediamo insieme cos’è esattamente e come si manifesta. Il morbo di Buerger non è propriamente una infiammazione causata dall’aterosclerosi, perché si può manifestare anche nei soggetti fumatori molto giovani, ma una patologia che scaturisce dall'infiammazione delle delle arterie di piccolo e medio calibro delle gambe o delle braccia. Dagli studi nel settore scientifico si è rilevato che la sua insorgenza è fortemente correlata a un ridotto afflusso di sangue nell’organismo del paziente, con conseguente difficoltà a camminare in modo fisiologico quando l’infiammazione colpisce gli arti inferiori (quando sono interessate le gambe possono essere presenti anche crampi molto dolorosi). Le ricerche più recenti sulla patologia hanno evidenziato come il suo sviluppo sia fortemente correlato al fumo, e ciò per un motivo ben preciso: la nicotina e le altre sostanze nocive contenute nel tabacco a lungo andare possono causare l’infiammazione e la costrizione delle arterie, provocando l’insorgenza della malattia (il fumo ha un ruolo centrale anche nella sua progressione, non a caso ai pazienti che ne soffrono viene immediatamente consigliato di smettere di fumare). Si tratta dunque di una patologia che riguarda quasi esclusivamente i soggetti fumatori, e in particolar modo i soggetti di sesso maschile che tendono a fumare di più. La malattia di Buerger tende a manifestarsi soprattutto nei pazienti di sesso maschile, in particolar modo nei soggetti appartenenti a etnie originarie dell’Asia meridionale, Israele e Giappone, soprattutto di età compresa tra i 20 e i 40 anni. I sintomi del morbo possono interessare varie porzioni del corpo e manifestarsi in modo diverso in base all’area colpita dall’infiammazione. La patologia si presenta comunque con delle manifestazioni fisiche importanti e fortemente legate alla circolazione sanguigna. I soggetti che ne soffrono presentano in genere dei cambiamenti al colore delle mani e degli arti, dolore e formicolio legati allo sviluppo di lesioni alle dita e ulcere, nonché la riduzione della sensibilità tattile e termica. Nei casi più gravi può essere presente anche cancrena a uno o a più arti (ovvero la morte dei tessuti legata all’interruzione del flusso sanguigno), e ischemia/trombosi arteriosa alle gambe. Quando la malattia colpisce gli arti inferiori il soggetto potrebbe presentare un’andatura zoppicante, la cosiddetta claudicazione. Alcuni soggetti, oltre ai sintomi appena indicati, avvertono anche crampi, sensazioni di freddo, bruciore e intorpidimento agli arti, oltre che perdita di sensibilità al tatto. È sempre bene non sottovalutare le conseguenze di questa malattia e smettere di fumare immediatamente, perché nei soggetti che non perdono questa abitudine la patologia può progredire in modo molto grave, fino a rendere necessaria l’imputazione degli arti interessati dalla grave infiammazione (la formazione di eventuali coaguli di sangue può infatti peggiorare la patologia, causando dolore e danni irreparabili ai tessuti). Se il soggetto interessato riesce a smettere di fumare la prognosi è in genere molto buona. Attualmente non esistono metodi strumentali o di laboratorio che consentono di confermare la diagnosi della malattia di Buerger, anche se gli specialisti richiedono spesso al paziente esami mirati allo scopo di escludere altre possibili cause di ischemia, ad esempio trombofilia, diabete, malattie autoimmuni. Per confermare il sospetto di morbo di Buerger può essere utile l’effettuazione di studi radiografici dei vasi sanguigni (cosiddetta angiografia), che permettono di osservare reperti caratteristici. Si tratta dunque di una malattia non sempre facile da diagnosticare, che viene spesso accertata per esclusione, tenendo conto del fatto che la patologia investe tipicamente il soggetto fumatore. Per quanto riguarda la cura, infine, va considerato che non esiste una terapia specifica per il suo trattamento, in prima battuta è assolutamente importante smettere di fumare, perché anche solo una o due sigarette al giorno possono aggravare la patologia fino a provocare le peggiori conseguenze. Per trattare i sintomi tipici della malattia si può tentare di introdurre appositi farmaci vasodilatatori e anticoagulanti. Nel caso in cui sia presente dolore possono essere usati anche farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ma solo dietro prescrizione medica; nonché antibiotici allo scopo di alleviare le ulcere a mani e piedi. Avendo il morbo di Buerger la tendenza a colpire le arterie di piccolo e medio calibro, l’intervento medico volto alla rivascolarizzazione chirurgica non è sempre praticabile e risolutivo, mentre l’intervento chirurgico per trattare la malattia nei soggetti che continuano a fumare consiste nell’amputazione dell’arto interessato dall’infiammazione (questa si rivela in genere necessario in caso di ulcere gravi e non trattabili, cancrena o dolore perenne). Si tratta comunque di patologia abbastanza rara, che non presenta alti tassi di mortalità. Per evitare l’aggravarsi della malattia di Buerger si consiglia ai pazienti di non esporsi al freddo, perché ciò potrebbe provocare il restringimento dei vasi sanguigni.Le cause
I sintomi
La cura
Negli ultimi anni, il fumo tra i giovani è in decisa crescita, perché il consumo di prodotti contenenti nicotina comincia molto presto: fumare a 15 anni ormai non è un tabù, ma tanti provano a farlo anche prima, addirittura a 12 anni. Per capire l'importanza di questo tema, devi pensare che in Italia, nella fascia d'età compresa fra i 13 e i 15 anni, ogni giorno un ragazzo su cinque fuma le sigarette tradizionali. Un sondaggio dell'Istituto Superiore di Sanità, pubblicato nel 2021, sostiene che il 41,5% dei ragazzi fra i 14 e i 17 anni ha provato la sigaretta elettronica. Non pochi, però, hanno cominciato addirittura prima, già alle scuole medie. Il fumo tra i giovani è diffuso soprattutto per motivi psicologici e sociali. L'adolescenza è un periodo difficile, un momento di passaggio tra l'infanzia e l'età adulta. Tutti conosciamo i gravi rischi legati al fumo, che spesso provoca malattie molto serie, in alcuni casi, incurabili. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il consumo di tabacco causa nel mondo 6 milioni di morti ogni anno. Eppure, molti ragazzi tendono a non preoccuparsene; per questo, i giovani e il fumo sono un argomento di cui si parla sempre più spesso.
Perciò, vale la pena riflettere su questo fenomeno, prendendo in considerazione i dati ufficiali riguardanti i giovani e il fumo.Cosa fumano i giovani?
Secondo i dati dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), le sigarette comuni sono ancora le più usate, ma i giovanissimi amano molto anche altri prodotti. L'alternativa più diffusa è senz'altro la sigaretta elettronica, soprattutto con ricariche a base di nicotina e aromi.
Per quanto riguarda, invece, gli altri prodotti, nel 2021 il 21% circa degli studenti ha utilizzato sigarette senza combustione, il 5% la pipa ad acqua e soltanto il 2% tabacco da fiuto o da sniffo.
Come vedi, il fumo e i giovani costituiscono un tema di stretta attualità.La sigaretta elettronica tra i giovani fumatori!
Il successo delle sigarette elettroniche, il cui consumo sta aumentando, è dovuto a vari fattori. Molti giovani le fumano per emulare gli amici e i compagni di scuola. In tanti casi, si tratta dunque di una moda e di un fenomeno sociale, legato al desiderio di far parte di un gruppo e di non sentirsi esclusi.
Le sigarette elettroniche rilasciano poco odore, a volte persino gradevole e in qualche caso nullo; perciò, sono utilizzate spesso anche negli spazi in cui sarebbero vietate, come le biblioteche. Inoltre, la legge non ne vieta l'uso nei locali pubblici quali bar e ristoranti, dove sono i gestori a dover decidere se permetterle o no.
Comprendi allora che, per un giovane, l'uso delle sigarette elettroniche si rivela semplice e comodo, senza l'obbligo di dover fumare sempre all'aperto.
Una seria riflessione riguardante il fumo e i giovani non deve neppure sottovalutare l'aspetto economico. Considerando che le sigarette elettroniche costano meno rispetto a quelle tradizionali e a quelle a tabacco riscaldato, è ovvio che sempre più ragazzi ne facciano uso.Perché i ragazzi fumano?
In questa fase, i ragazzi cercano di costruire la propria identità, ma si sentono spesso inadeguati e insicuri, e avvertono con forza il peso delle pressioni sociali e familiari.
In questo momento tanto delicato, i giovani cominciano a fumare per sentirsi adulti, per darsi un tono e apparire più sicuri.
Fumare a quindici anni è anche un mezzo per sentirsi accettati dal gruppo e non patire l'isolamento, per socializzare e confrontarsi con gli altri.
Tuttavia, in certi casi il fumo tra i giovani è dovuto anche all'influenza familiare: se i genitori fumano abitualmente, spesso un ragazzo è portato a imitarli.I danni del fumo nei giovanissimi
Che fumare sia molto dannoso è un dato di fatto. Devi sapere che la nicotina stimola il cervello in maniera simile alle droghe più comuni; pertanto, se quest'organo è ancora in fase di sviluppo, come avviene fra i più giovani, è molto probabile che la nicotina crei una forma di dipendenza. In questo caso, rinunciare al fumo potrebbe provocare addirittura delle crisi d'astinenza, che si manifestano con rabbia, senso di frustrazione e difficoltà a concentrarsi.
A livello scientifico, inoltre, è stato provato il legame fra l'uso della sigaretta e lo sviluppo di altre dipendenze, come l'abuso di alcol e droghe. È chiaro che, se cominci a fumare molto presto, questo rischio è assai elevato.
Il fumo provoca anche alcuni effetti immediati molto sgradevoli, come le macchie ai denti, un incremento del rischio di carie, l'alito cattivo e l'invecchiamento precoce della pelle. In più, nel corso del tempo, può causare infertilità.
I danni all'apparato respiratorio si manifestano con un aumento dei raffreddori e del rischio di bronchiti e polmoniti. Tieni anche presente che ti basta fumare 15 sigarette al giorno per ridurre la tua capacità respiratoria del 5%.
Il fumo, poi, aumenta la pressione sanguigna e perciò il rischio di malattie cardio-vascolari gravi come infarto, aterosclerosi e ictus. Infine, il fumo è una delle cause principali del tumore polmonare, purtroppo molto diffuso, e di neoplasie al collo, alla testa, alla vescica, al pancreas e al cavo orale.
Se tieni presenti tutti questi dati, ti rendi conto che fumare a quindici anni è sempre una scelta sbagliata.
Fumare rappresenta senza dubbio uno dei principali fattori che provocano il rischio di malattie anche gravi. Sono tante le persone che al giorno d'oggi continuano a fumare ma che vorrebbero smettere per il proprio benessere e la propria salute. Tuttavia non è sempre facile interrompere improvvisamente questa dipendenza e molto spesso si finisce con il ricadere di nuovo in tale vizio. Non tutti sanno però che esistono alcuni rimedi naturali che possono aiutare a smettere di fumare. Le erbe rappresentano un valido alleato per smettere di fumare. Queste ultime infatti non solo sono completamente naturali e dunque non hanno effetti collaterali, ma hanno anche proprietà rilassanti. Generalmente infatti chi fuma le sigarette lo fa anche per dedicarsi qualche momento di relax e allontanare lo stress quotidiano. Pertanto è bene sapere che esistono alcune erbe molto efficaci che possono attenuare il nervosismo e favorire la riduzione del bisogno di fumare. Tra queste è opportuno ricordare la camomilla, la passiflora, la valeriana, la melissa e la primula, adatta particolarmente a distendere i nervi. Tali erbe inoltre favoriscono anche il sonno e diminuiscono sensibilmente l'agitazione. Anche il pepe può essere un valido alleato per smettere di fumare: sembrerebbe infatti che inalando tale sostanza si riduca il bisogno di nicotina soprattutto quando è molto forte. Uno dei rimedi più efficaci per chi vuole smettere di fumare e desidera utilizzare una soluzione naturale è senz'altro l'olio essenziale di cedro. Si tratta di un ingrediente che non tutti conoscono ma che possiede numerose proprietà e benefici, primo tra tutti riduce il senso di ansia. Quest'ultimo infatti potrebbe essere indotto dall'interruzione improvvisa del consumo di sigarette: pertanto, adoperando l'olio essenziale di cedro sarà possibile calmare la mente e ottenere un maggiore senso di relax. L'olio essenziale di cedro è inoltre un valido alleato per chi perde facilmente la motivazione e crede di non riuscire a portare a terminare il proprio obiettivo: sembra infatti che, utilizzando l'ingrediente nelle giuste quantità, si acquisisca una maggiore fiducia in se stessi e nel proprio operato. Usare tale sostanza per smettere di fumare è molto semplice: tutto quello che bisogna fare consiste nell'inserirne una piccola quantità in un diffusore per ambienti per almeno sette giorni. Un elemento da considerare quando si fuma è la gestualità: sono tante infatti le persone che fumano non soltanto per la dipendenza dalla nicotina ma anche per l'abitudine al gesto. In questi casi è possibile ovviare a tale problema con alcuni espedienti come i bastoncini di liquirizia. Questi ultimi non solo hanno un gusto delizioso e deciso, ma la loro forma ricorda quella di una sigaretta. Utilizzandoli pertanto è possibile mimare il gesto del fumare e allontanare quindi il desiderio di nicotina. Tuttavia è bene fare attenzione a non esagerare con questi prodotti: un eccesso di liquirizia infatti potrebbe provocare disturbi allo stomaco e un aumento della pressione del sangue. Quando si smette di fumare è opportuno prestare molta attenzione all'alimentazione: in alcuni casi infatti, abbandonare completamente le sigarette potrebbe comportare un sensibile aumento di peso. Inoltre alcuni cibi potrebbero essere dei validi alleati nella battaglia contro il fumo, mentre altri sono indubbiamente da evitare. Gli alimenti consigliati quando si smette di fumare sono senza dubbio al frutta e la verdura, ricchi di acido folico che aiuta il sistema nervoso. Alimenti che invece possono ridurre il desiderio di fumare sono le mandorle, gli spinaci, l'uva, l'avena e i fichi. Particolarmente consigliati sono poi la zucca, i pomodori, la barbabietola, i peperoni, gli agrumi, i kiwi, i broccoli e la frutta secca, che contengono ottime quantità di vitamina A e vitamina C. È bene poi consumare anche pasta e uova che aiutano non solo il sistema nervoso ma anche l'umore in generale. I cibi che invece dovrebbero essere evitati quando si vuole smettere di fumare sono il pollo, la carne rossa, il formaggio, il caffè e gli alcolici: tutti questi ingredienti generano acidità nel corpo e allo stesso tempo aumentano il desiderio delle sigarette.Le erbe come rimedio naturale per smettere di fumare
L'olio essenziale di cedro
I bastoncini di liquirizia
La dieta svolge un ruolo fondamentale per smettere di fumare
Il vizio del fumo, oggigiorno, attanaglia ormai milioni di persone totalmente assuefatte dal desiderio di nicotina che l'organismo continua a richiedere loro tra una sigaretta e l'altra. Il vizio del fume tende ad aumentare in un fumatore quelli che sono i fabbisogni nutrizionali di alcune vitamine e sostanze antiossidanti importantissime per il completamento di processi fisiologici primari, come il metabolismo. Alcuni studi clinici hanno confermato che i soggetti fumatori possiedono una carenza degna di nota di vitamina E rispetto ai non fumatori, il cui organismo ne possiede in quantità di circa 7 volte superiori. Moltissimi studi a carattere epidemiologico hanno riscontrato importanti associazioni tra i livelli di vitamina D presente nell'organismo e quelle che sono le principali funzioni polmonari, catturando l'attenzione dei ricercatori e facendo loro comprendere quanto la carenza di questa vitamina possa impattare negativamente sull'apparato respiratorio. Insomma, il fumo è in grado di provocare disordini molto importanti nell'organismo umano, come la carenza delle vitamine C, D ed E, sostanze indispensabili per il corretto svolgimento di alcune fondamentali funzioni fisiologiche.
I danni che questa abitudine sensibilmente nociva per il corpo umano apporta con sè sono da sempre un deterrente per chi non si trova ancora sotto la morsa del fumo; tuttavia, abbandonare il vizio non è assolutamente facile, dal momento che richiede una grande forza di volontà e una motivazione davvero significativa.
Alcuni studi, purtroppo, hanno evidenziato come l'organismo di un fumatore richieda un fabbisogno giornaliero maggiore di una speciale categoria di sostanze essenziali per il benessere del corpo umano, le vitamine.
Quali sono alcune di esse che si mostrano particolarmente carenti in un fumatore e che dire di alcuni suggerimenti utili per integrarle correttamente?
Se sei anche tu un fumatore e hai bisogno di queste informazioni, sei nel posto giusto!
Esaminiamole insieme in questo breve ma interessante articolo!L'importanza della vitamina C nei fumatori
La vitamina C, ad esempio, è una delle sostanze più preziose per i fumatori, dato che l'organismo la utilizza per neutralizzare i radicali liberi che vengono introdotti in esso dopo il fumo di una sigaretta.
Secondo alcuni studi, un soggetto fumatore possiede un fabbisogno di vitamina C di circa 3 volte maggiore rispetto ad un non fumatore; perciò, un individuo assuefatto dalla nicotina dovrebbe consumare almeno 200 mg di vitamina C al giorno per riequilibrare il fabbisogno che l'organismo gli richiede.
Quali sono alcuni alimenti ricchi di vitamina C che potresti consumare?
I più comuni sono quelli di origine vegetale, come i limoni, le arance, le fragole, l'ananas e il pompelmo, nonché una gran moltitudine di verdure come il broccolo, la lattuga, il cavolfiore, il cavolo e il pomodoro.
Una strategia alimentare pressoché perfetta che potresti attuare se sei un soggetto fumatore è quella che porta all'assunzione di 4 porzioni di alimenti vegetali di stagione al giorno, equamente distribuiti tra frutta e verdura: il loro consumo contribuirà notevolmente nel soddisfare il tuo fabbisogno giornaliero aumentato di vitamina C, sostanza di cruciale importanza nella lotta ai radicali liberi.La carenza di vitamina E nei fumatori
Il tabagismo, infatti, va ad esaurire la vitamina E aumentando conseguentemente la richiesta di antiossidanti alimentari, sostanze fondamentali per contrastare l'impatto ossidante dei metalli pesanti, dei radicali liberi dell'azoto e dei cataboliti che vengono introdotti mediante il fumo.
La tempesta di radicali liberi a cui l'organismo di un fumatore e il suo apparato respiratorio vanno incontro può essere davvero deleteria per la salute generale, anche perché va a ridurre le concentrazioni di vitamina E, uno dei più potenti alleati nella lotta a tali sostanze nocive.
Non solo, la vitamina E previene anche l'ossidazione delle lipoproteine LDL, molecole altrimenti in grado di accumularsi provocando il graduale declino delle funzionalità cardiovascolari normali.
La carenza di vitamina E nei fumatori può provocare una serie di disturbi abbastanza importanti, come le miopatie, sintomi neurologici di una certa entità, disturbi sensoriali o l'invecchiamento precoce delle cellule.
Gli alimenti ricchi di vitamina E sono sia quelli vegetali che quelli animali: tra di essi vi è la frutta secca, come gli arachidi, le mandorle, le nocciole, i pinoli e i pistacchi, ma anche alcune verdure come gli spinaci, i broccoli e gli asparagi, senza dimenticare il pesce, il formaggio, il pollo, il burro e le uova, alimenti imprescindibili in una dieta alimentare sana. La carenza di vitamina D nei fumatori
Un ulteriore studio, inoltre, ha confermato come il fumo sia realmente in grado di diminuire drasticamente la produzione di vitamina D nelle cellule epiteliali polmonari: questo fenomeno sarebbe l'evento scatenante di stati infiammatori locali, responsabili dell'insorgenza di patologie di grave entità.
Non solo, la scarsa produzione di vitamina D in un fumatore è direttamente proporzionale all'azione tossica dei radicali liberi introdotti nel corpo mediante il fumo di sigaretta, la quale si configura come una potente arma nell'alterazione della funzionalità polmonare e delle alte vie respiratorie.
I sintomi più comuni derivante dalla carenza di vitamina D causata dal fumo sono il dolore diffuso, la debolezza muscolare, il rachitismo o l'osteomalacia, oltre ai problemi metabolici causati dall'assenza di una sostanza che interviene nell'assorbimento delle macromolecole assunte mediante la dieta.
Alla luce di quanto detto finora, se sei un soggetto fumatore è indispensabile che tu integri nella tua dieta alimentare l'assunzione di alimenti ricchi di vitamina D come i pesci grassi, quali il salmone o lo sgombro, nonché i formaggi grassi e le carni rosse, oltre ad una corretta esposizione alla luce solare a cadenza giornaliera.
Applicando alcuni dei suggerimenti descritti in questo articolo avrai l'opportunità di preservare la funzionalità respiratoria e di rallentare l'insorgere di patologie polmonari, prima di cercare di abbandonare un vizio che è solo nocivo per il corpo umano!
Il mondo dello svapo è sicuramente molto affascinante per gli amanti di questa particolare metodologia di fumo, non solo per le modalità con la quale la si pratica, ma anche per una serie di tecnicismi e di concetti davvero molto specifici. I fattori in grado di determinare la potenza dell'hit della sigaretta elettronica che hai scelto sono molteplici e valevoli di un'analisi approfondita che vada ad esaminare come riescono ad impattare sulla potenza del cosiddetto "colpo in gola". Uno degli aspetti cardine legati a doppio filo alla potenza dell'hit è proprio la potenza dell'intero dispositivo che utilizzi per lo svapo. La percezione dell'hit che potresti avere dipende anche dalla regolazione del flusso d'aria dell'atomizzatore: se aprirai il regolatore in maniera maggiore, il quantitativo d'aria che verrà confluito durante l'inalazione sarà ovviamente più elevato. La potenza e la pienezza dell'hit dipendono anche dalla tipologia di resistenza utilizzata, ossia quel filo resistivo che è ubicato nella struttura interna dell'atomizzatore. Nel caso in cui tu utilizzi una sigaretta elettronica senza nicotina e vorresti aumentare la percezione dell'hit, è necessario che tu sappia che dei due elementi principali di tale dispositivo, ossia il glicerolo e il glicole propilenico, è proprio quest'ultimo ad incidere in modo maggiore sul cosiddetto colpo in gola. Seguendo questi accorgimenti, potresti trovare l'hit che soddisfi le tue esigenze, per un'esperienza di vaping adatta a te!
Tuttavia, i novellini del vaping alle prime armi potrebbero facilmente confondersi con tutte le definizioni e gli aspetti che concerne.
Tra di essi vi è l'hit, uno dei criteri fondamentali per la scelta della sigaretta elettronica da utilizzare, nonché espressione che indica quella speciale sensazione che hai provato anche tu qualora sia un amante dello svapo, la quale viene percepita non appena si inala il vapore.
Senza dubbio, quel senso di soddisfazione che si sperimenta è un elemento fondamentale per i vaper odierni; ma che dire dei fattori che incidono sulla potenza dell'hit di una sigaretta elettronica?
In che modo è possibile aumentarlo?
Analizziamo la risposta a ciascun quesito in questa breve ma interessante guida!Da cosa dipende la potenza dell'hit della sigaretta elettronica?
Addentriamoci nella spiegazione di ognuno di essi!Potenza del dispositivo
Senza dubbio, questo parametro varia innanzitutto a seconda della tipologia di sigaretta elettronica che hai scelto: ad esempio, quella da guancia ti permette di svapare effettuando un tiro molto simile a quello che faresti con una sigaretta normale.
Pertanto, il tiro è meno potente rispetto alle altre tipologie di sigaretta elettronico e, di conseguenza, l'hit sarà percepibile solamente se utilizzi un liquido ben determinato che ti consenta di far esplodere il gusto dell'inalazione del vapore.
Al contrario, la sigaretta elettronica da polmone ti permette di fruire di un tiro più potente, con un hit conseguentemente più deciso e carico di sapore.
Il principio che si cela alla base di tale concetto è semplicemente quello che lega la potenza del tiro alla percezione dell'hit: essa sarà più intensa se la potenza sarà più elevata.
Ovviamente, la scelta del liquido da inserire nella sigaretta elettronica deve incontrare i tuoi gusti e le tue esigenze di svapo; tuttavia, per le sigarette elettroniche da polmone, il liquido dovrebbe contenere dei livelli di nicotina non troppo esagerati, con una soglia massima di 0,3, proprio a causa della maggior potenza del tiro e dell'hit.
Ad ogni modo, è sempre bene provare prima di operare una scelta definitiva.Regolazione del flusso d'aria dell'atomizzatore
Ciò ti donerà un hit molto delicato e leggero, perfetto se vuoi godere di un'inalazione morbida e non troppo intensa.
Al contrario, se regolerai al minimo il flusso d'aria dell'atomizzatore, il vapore sarà più concentrato e l'hit conseguentemente più intenso.
Dato che ogni vaper possiede dei gusti e delle esigenze specifiche, non esiste un'apertura corretta o errata: il consiglio è sempre quello di provare e sperimentare le opzioni che hai a disposizione per riuscire a trovare quella che ti doni l'hit che maggiormente si confaccia alle tue previsioni, per un'esperienza di vaping maggiormente nel tuo stile!Tipo di resistenza utilizzata
La resistenza è una grandezza fisica che si misura in Ohm ed è in grado di incidere innanzitutto sulla temperatura del vapore inalato, dato che le resistenze a basso Ohm sono in grado di riscaldare più efficacemente il vapore, mentre quelle ad alto Ohm hanno l'effetto inverso.
Oltre alla temperatura, la resistenza incide sull'hit grazie alla produzione di vapore: al suo aumentare, l'hit viene percepito in misura maggiore e più la resistenza è ad alto Ohm, più la quantità di vapore generato sarà elevata.
Dato che la temperatura e la produzione di vapore sono due fattori in netto contrasto, è necessario che tu capisca come trovare un equilibrio e un bilanciamento per riuscire a ideare un'esperienza di vaping adatta al tuo utilizzo.
Pertanto, presta attenzione alle tecniche di tiro che utilizzi, al settaggio e alla pulizia della tua sigaretta elettronica e alla tipologia di liquido che usi maggiormente: così facendo otterrai un hit adatto alle tue esigenze.Svapo senza nicotina, come aumentare l'hit?
Pertanto, una buona strategia che potresti attuare porta alla creazione di liquidi fai da te: in questo modo potrai avere un potere decisionale totale sulla concentrazione di glicole propilenico da aggiungere.
Tuttavia, è consigliabile non andare oltre il 65%, dato che si tratta di una sostanza parecchio aggressiva che, se presente su livelli troppo elevati, potrebbe arrecarti dei fastidi; non solo, il glicole propilenico ha l'innata tendenza a diventare troppo liquido e questo potrebbe scatenare delle perdite dall'atomizzatore.
Un'ulteriore opzione a tua disposizione per aumentare l'hit è usare degli aromi balsamici, come il mentolo o l'anice, sapori già dotati di un bel colpo in gola per loro natura.