Descritta per la prima volta nel 1908, la malattia di Buerger (il cui nome trae origine dal medico che per la prima volta ne descrisse sintomi e caratteristiche tipiche), è una infiammazione che interessa i vasi sanguigni del corpo umano, nota anche con il termine di "tromboangioite obliterante". Le cause della sua insorgenza sono ancora studiate e poco discusse nella letteratura scientifica, ma ciò che si sa con certezza è che il fumo ha al riguardo un ruolo centrale, sia nello sviluppo della patologia che nella sua progressione. Vediamo insieme cos’è esattamente e come si manifesta. Il morbo di Buerger non è propriamente una infiammazione causata dall’aterosclerosi, perché si può manifestare anche nei soggetti fumatori molto giovani, ma una patologia che scaturisce dall'infiammazione delle delle arterie di piccolo e medio calibro delle gambe o delle braccia. Dagli studi nel settore scientifico si è rilevato che la sua insorgenza è fortemente correlata a un ridotto afflusso di sangue nell’organismo del paziente, con conseguente difficoltà a camminare in modo fisiologico quando l’infiammazione colpisce gli arti inferiori (quando sono interessate le gambe possono essere presenti anche crampi molto dolorosi). Le ricerche più recenti sulla patologia hanno evidenziato come il suo sviluppo sia fortemente correlato al fumo, e ciò per un motivo ben preciso: la nicotina e le altre sostanze nocive contenute nel tabacco a lungo andare possono causare l’infiammazione e la costrizione delle arterie, provocando l’insorgenza della malattia (il fumo ha un ruolo centrale anche nella sua progressione, non a caso ai pazienti che ne soffrono viene immediatamente consigliato di smettere di fumare). Si tratta dunque di una patologia che riguarda quasi esclusivamente i soggetti fumatori, e in particolar modo i soggetti di sesso maschile che tendono a fumare di più. La malattia di Buerger tende a manifestarsi soprattutto nei pazienti di sesso maschile, in particolar modo nei soggetti appartenenti a etnie originarie dell’Asia meridionale, Israele e Giappone, soprattutto di età compresa tra i 20 e i 40 anni. I sintomi del morbo possono interessare varie porzioni del corpo e manifestarsi in modo diverso in base all’area colpita dall’infiammazione. La patologia si presenta comunque con delle manifestazioni fisiche importanti e fortemente legate alla circolazione sanguigna. I soggetti che ne soffrono presentano in genere dei cambiamenti al colore delle mani e degli arti, dolore e formicolio legati allo sviluppo di lesioni alle dita e ulcere, nonché la riduzione della sensibilità tattile e termica. Nei casi più gravi può essere presente anche cancrena a uno o a più arti (ovvero la morte dei tessuti legata all’interruzione del flusso sanguigno), e ischemia/trombosi arteriosa alle gambe. Quando la malattia colpisce gli arti inferiori il soggetto potrebbe presentare un’andatura zoppicante, la cosiddetta claudicazione. Alcuni soggetti, oltre ai sintomi appena indicati, avvertono anche crampi, sensazioni di freddo, bruciore e intorpidimento agli arti, oltre che perdita di sensibilità al tatto. È sempre bene non sottovalutare le conseguenze di questa malattia e smettere di fumare immediatamente, perché nei soggetti che non perdono questa abitudine la patologia può progredire in modo molto grave, fino a rendere necessaria l’imputazione degli arti interessati dalla grave infiammazione (la formazione di eventuali coaguli di sangue può infatti peggiorare la patologia, causando dolore e danni irreparabili ai tessuti). Se il soggetto interessato riesce a smettere di fumare la prognosi è in genere molto buona. Attualmente non esistono metodi strumentali o di laboratorio che consentono di confermare la diagnosi della malattia di Buerger, anche se gli specialisti richiedono spesso al paziente esami mirati allo scopo di escludere altre possibili cause di ischemia, ad esempio trombofilia, diabete, malattie autoimmuni. Per confermare il sospetto di morbo di Buerger può essere utile l’effettuazione di studi radiografici dei vasi sanguigni (cosiddetta angiografia), che permettono di osservare reperti caratteristici. Si tratta dunque di una malattia non sempre facile da diagnosticare, che viene spesso accertata per esclusione, tenendo conto del fatto che la patologia investe tipicamente il soggetto fumatore. Per quanto riguarda la cura, infine, va considerato che non esiste una terapia specifica per il suo trattamento, in prima battuta è assolutamente importante smettere di fumare, perché anche solo una o due sigarette al giorno possono aggravare la patologia fino a provocare le peggiori conseguenze. Per trattare i sintomi tipici della malattia si può tentare di introdurre appositi farmaci vasodilatatori e anticoagulanti. Nel caso in cui sia presente dolore possono essere usati anche farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ma solo dietro prescrizione medica; nonché antibiotici allo scopo di alleviare le ulcere a mani e piedi. Avendo il morbo di Buerger la tendenza a colpire le arterie di piccolo e medio calibro, l’intervento medico volto alla rivascolarizzazione chirurgica non è sempre praticabile e risolutivo, mentre l’intervento chirurgico per trattare la malattia nei soggetti che continuano a fumare consiste nell’amputazione dell’arto interessato dall’infiammazione (questa si rivela in genere necessario in caso di ulcere gravi e non trattabili, cancrena o dolore perenne). Si tratta comunque di patologia abbastanza rara, che non presenta alti tassi di mortalità. Per evitare l’aggravarsi della malattia di Buerger si consiglia ai pazienti di non esporsi al freddo, perché ciò potrebbe provocare il restringimento dei vasi sanguigni.Le cause
I sintomi
La cura