In un recente report pubblicato dall'Istituto Superiore della Sanità, in Italia sono oltre 12,4 milioni i fumatori abituali, un dato che è in forte aumento negli ultimi anni. La platea di fumatori è costituita perlopiù da uomini di età compresa tra i 25-44 anni e donne che hanno superato i 64 anni, mentre negli over 65 si ha un netto calo dell'abitudine al fumo. Per comprendere quanto sia radicato il vizio del fumo, basti pensare che il 21% della popolazione mondiale abitualmente fuma le sigarette e il tabacco, per un volume di affari complessivo di circa 20 miliardi di euro all’anno. In Italia, la produzione e la vendita delle sigarette è gestita Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che contribuisce a determinare anche il prezzo finale. In questo articolo vedremo nel dettaglio a quanto ammonta il guadagno dello Stato sulle sigarette o sugli altri prodotti per fumatori. Come sottolinea nel suo sito l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per quanto riguarda il settore del tabacco, l'ente governativo svolge: "l'attività di controllo sulla produzione, distribuzione e vendita dei tabacchi lavorati, dei prodotti liquidi da inalazione, nonché degli accessori al consumo dei tabacchi da fumo". Con questa precisazione si può ben comprendere che vi è un forte controllo sulla produzione, distribuzione e successiva vendita al dettaglio dei tabacchi lavorati. Sulle sigarette, il prezzo non viene deciso dallo Stato, ma dal produttore, mentre è lo Stato che fissa l'ammontare delle imposte e il guadagno per il rivenditore. Un pacchetto di sigarette, secondo alcune stime, costa al produttore circa 0,10-0,15 al pacchetto, ma come tutti sanno il prezzo medio al dettaglio è di invece 5-6 €. Il lievitare del prezzo è da imputare alle imposte che gravano sui tabacchi lavorati: Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le campagne di sensibilizzazione per contrastare il vizio del fumo, un'abitudine che provoca ogni anno migliaia di morti e l'insorgenza di malattie gravi. Dopo l’introduzione del divieto d fumare all'interno dei locali pubblici, si è cercato di arginare il problema, aumentando le accise sulle sigarette o pubblicando le immagini delle conseguenze del fumo direttamente sul pacchetto. Gli interventi per limitare la diffusione del fumo di sigaretta sono sicuramente stati efficaci, visto che il numero dei fumatori è diminuito rispetto agli anni precedenti, ma fino a quando lo Stato otterrà dei profitti dalla vendita dei tabacchi, non si potrà eliminare del tutto il problema perché si ridurrebbe sensibilmente il gettito fiscale. Nella recente manovra di bilancio si era deciso di aumentare l'accisa sulle sigarette, ma tale intento è stato subito accantonato e i prezzi sono rimasti in linea con il 2022. Il 50% del gettito fiscale ottenuto dalla vendita di sigarette e tabacco viene spesa per la Sanità e in particolare per curare tumori ai polmoni, alla gola o altre patologie correlate al fumo di sigaretta. Se si considera questo aspetto, ci si chiede perché lo Stato sia ancora restio ad aumentare oltremodo le accise sui tabacchi, che si rivelato un deterrente efficace per molti consumatori. In una recente nota dell'Organizzazione Mondiale della Sanità si legge che la tassazione sui tabacchi rappresenta la soluzione ideale per ridurre sensibilmente i consumi e i danni alla salute "soprattutto nelle fasce più fragili e fra i più giovani". In Italia, le accise sui tabacchi sono nettamente inferiori rispetto ad altri Paesi europei, che negli anni hanno aumentato il prezzo finale al dettaglio per diminuire il consumo. Ad esempio, la vicina Francia vende un pacchetto di 20 sigarette dei brand più famosi al prezzo medio di circa 11,00 €, mentre l'Irlanda ha innalzato il costo a circa 15,00 €. In questi Stati si è rilevata una diminuzione sostanziale del consumo di sigarette, soprattutto tra gli adolescenti e questo dovrebbe essere un dato che può spingere il nostro Governo a riformulare le accise sui tabacchi. L'OMS ha anche specificato che l'aumento dei prezzi delle sigarette può contribuire a ridurre i costi per la Sanità, ma anche il numero di accessi, visto che le patologie derivanti dal fumo vengono curate solitamente negli ospedali pubblici. I costi elevati dei tabacchi potrebbero anche incidere sulle diseguaglianze, difatti un nucleo familiare appartenente alle fasce più povere della popolazione deciderebbe immediatamente di eliminare il consumo di sigarette se va a discapito del limitato budget mensile. Negli ultimi anni, complice la tassazione delle sigarette, si è assistito a una diminuzione delle vendite delle sigarette pari al 3,8%, una riduzione sicuramente limitata ma che fa ben sperare. Insieme allo strumento della tassazione, dovrebbero moltiplicarsi le campagne di sensibilizzazione contro il fumo, soprattutto nelle scuole o negli spazi frequentati dagli adolescenti, che iniziano il consumo occasionale di sigaretta fin dai 12-13 anni. Le accise dovrebbero aumentare anche per altri prodotti da fumo come le sigarette elettroniche, il tabacco trinciato, e gli altri tabacchi da inalazione senza combustione, che possono comunque provocare gravi danni alla salute.Quando guadagna lo Stato sulle sigarette?
- accise (componente specifica e proporzionale);
- IVA (imposta sul valore aggiunto) che per le sigarette è pari al 22%
- ricavo del rivenditore che è pari al 10%.
Sulle sigarette gravano due tipi di accise (imposte), la prima viene definita componente specifica ed è fissa, difatti per il 2023 è pari a 28,00 € per 1.000 sigarette. L'accisa proporzionale è invece calcolata partendo da un'aliquota di base del 49,50% e può subire variazioni nel tempo. La tassazione sulle sigarette, sui sigari, il tabacco e le sigarette elettroniche è pari al 78%, mentre il prezzo si compone aggiungendo anche i costi produttivi e il ricavo del produttore.
La tassazione così alta determina sicuramente la crescita dei prezzi al dettaglio delle sigarette, ma contribuisce anche ad aumentare il gettito fiscale per lo Stato. Secondo una recente ricerca pubblicata da Eurispes, lo Stato italiano ha guadagnato dalla vendita di sigarette, circa 12 miliardi, una cifra considerevole, ma non così elevata come si può pensare.Salute o guadagno dello Stato
L'importanza di tassare le sigarette