Antismoking-therapy
Secondo le ultime stime riportate dei dati Istat del 2021 attualmente i fumatori attivi in Italia, comprendendo una popolazione che parte dai 14 anni di età, sono poco meno di 10 milioni. Sul totale della popolazione questi sono il 20% e evidenziano delle forti differenze di genere: la maggior percentuale dei fumatori in Italia sono gli uomini con un 22,9% e, le donne, incidono per il 15,3%. Appare evidente, dunque, quanto il fumo sia una problematica concreta che deve essere tratta per riuscire a prevenire la diffusione di quelle patologie strettamente collegate a questa abitudine. I fumatori nel mondo corrispondono ad oltre 1 miliardo, corrispondenti cioè al 20% della popolazione mondiale. In letteratura scientifica con il termine tabagismo ci si riferisce all'abitudine di incenerire le foglie di tabacco, o, in alternativa dei preparati derivati, per inalarne i fumi. Questa pratica porta al piacere grazie rilascio di dopamina ma, anche, a dipendenza. Secondo le stime redatte dall’organizzazione mondiale della sanità e dagli enti di ricerca internazionali il consumo di tabacco è la prima causa di morte al mondo, soprattutto per la voce morte evitabile. Dal punto di vista storico il consumo di tabacco ha avuto origine a partire dal 1492 con la scoperta delle Americhe: era qui infatti che erano presenti le principali piantagioni di tabacco. Il tabagismo è da considerarsi responsabile di danni multiorgano in quanto la combustione di una singola sigaretta può produrre oltre 4000 sostanze molte delle quali con caratteristiche tossico irritanti o cancerogene. Il fumo purtroppo, o per meglio definirlo tabagismo, non è soltanto una problematica che affligge la salute della popolazione, ma, purtroppo, ha un notevole impatto anche dal punto di vista economico. Il costo del tabagismo e dunque del fumo, può essere classificato in due categorie: costi diretti, e costi indiretti. I costi diretti sono quelli sostenuti dal cittadino per portare avanti questa sua abitudine. Considerando una media di consumo di 250 pacchetti di sigarette l'anno, e un costo compreso fra i 3 e i 5€ a pacchetto, ogni singolo cittadino paga all'anno circa 1250 € per il fumo. I costi indiretti, invece, tengono conto di tutte le spese a carico dei sistemi sanitari nazionali per la cura delle patologie collegate al tabacco. In questo caso il costo, secondo alcune stime, potrebbe ammontare a circa 422 miliardi di dollari corrispondente a circa il 5,7% di tutte le spese sanitarie globali. Se a questo vengono sommati i costi per i decessi o la perdita di produttività legati a questa patologia si arriva all'esorbitante cifra di 1436 miliardi di dollari pari a circa l'1,8% di tutto il Pil mondiale. Dal punto di vista epidemiologico, i grandi istituti di ricerca internazionali hanno evidenziato che il tabagismo non è responsabile solamente di problematiche tumorali legati al polmone, ma è direttamente correlato ad un numero incredibilmente elevato di patologie. Secondo i dati rilevati dall'organizzazione mondiale della sanità a partire dal 2030 il fumo causerà circa 8 milioni di decessi all'anno. Le patologie più frequenti legate al tabagismo non sono solamente quelle respiratorie neoplastiche, ma anche quelle non neoplastiche (ovvero non tumorali). In questo caso, infatti, è molto diffusa la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, una patologia capace di elevare incredibilmente i fattori di rischio cardiovascolari. A queste patologie, inoltre, vengono spesso associati una riduzione della qualità della vita del fumatore causata dall’aumento delle patologie a carico del polmone di un fumatore come, ad esempio, tosse, catarro, e bronchite ricorrente oltre che asma. Dal punto di vista epidemiologico, dunque, il fumo ha innalzato l'incidenza di patologie neoplastiche legate al polmone, al cuore, all'intestino, e al collo dell'utero. Secondo alcuni studi, inoltre, le conseguenze del fumo potrebbero contribuire allo sviluppo di neoplasie tumorali ormone-dipendente. Il fumo, inoltre, contribuisce indirettamente al ad accrescere il rischio cardiovascolare. La ragione principale è legata a diversi meccanismi: il primo riguarda la riduzione della quantità di ossigeno che arriva effettivamente al cuore. Questo comporta un aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco danneggiando a volte irreparabilmente la parete interna dei vasi sanguigni e dei ventricoli del cuore. Questo, inoltre, favorisce lo sviluppo di placche ostruttive e di trombi che, nei casi peggiori, possono causare ictus o infarto. Il fumo, inoltre, è strettamente correlato ad aumento del rischio dell'aneurisma aortico. Questa patologia consiste in una dilatazione dell'arteria Orta che porta ad una riduzione del suo spessore. Ad un certo punto, la notevole pressione sanguigna il battito cardiaco elevato possono causare la rottura di questa dilatazione causando una morte per emorragia interna. Il fumo purtroppo è collegato anche a numerose altre patologie legate a altri apparati del nostro organismo. Colpisce in modo particolare la pelle causando spesso irritazioni, desquamazioni, e eritemi. Molto frequenti inoltre sono problematiche al cavo orale in modo particolare legate i denti che, a causa del tabacco, diventano scuri e, a causa a volte dello sviluppo di colonie batteriche non abbattute dalle difese immunitarie, devono essere rimossi.Che cos'è tabagismo?
I costi del fumo
Danni del fumo: aspetti epidemiologici
Malattie cardiache
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